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Chi
siamo !! La Stekle s.r.l. che da anni opera sul mercato con la
commercializzazione del marchio NaturalLook NEL NEGOZIO DI ROMA IN VIA
DEL VANTAGGIO 21 e tel. 063219296, che produce e distribuisce calzature
sul mercato con i nomi di BENVADO ,BIRKENSTOCK ,BIRKIS, FINNCONFORT,
HAFLINGER, PAPILLIO, la Stekle s.r.l. ha pensato di estendere la
società con attività di import-export rivolta alla produzione e
commercializzazione di abbigliamento intimo e camiceria solo per
uomo.con la distribuzione del marchio MATTANA Nel corso degli ultimi
mesi del 2011 ha iniziato il progetti di vendita con EBAY con l'apertura di un MAGAZZINO ,DEPOSITO di rappresentanza a CAPOTERRA di Cagliari in Via Martini 30 tel 070721593
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OPTION 1:

La camicia nei secoli
La camicia, seppur non nel senso in cui noi ora la intendiamo, è molto antica. Una veste leggera, di lino o di bisso
da portare rigorosamente sotto la tunica, era nota fino dai tempi della
tarda romanità e aveva come caratteristica il fatto di essere molto
lunga e soprattutto nascosta. Anche il termine lessicale è antico: già
alla fine dell'VIII secolo nel testamento del Patriarca Fortunato ai
suoi chierici, si parla di camisas et bragas[1]. Fino al 1500
essa era mostrata solo attraverso i tagli delle maniche della veste.
Aveva diversi scopi: quello di essere indossata durante il bagno comune
tra un uomo e una donna (è poco noto, ma fino al primo rinascimento i
sessi si lavavano e mangiavano assieme in una tinozza di legno); quello
di separare il corpo nudo dagli indumenti di tessuto pesante e da
formare una barriera contro epidermidi poco pulite; dono e pegno d'amore
nel medioevo e, dalla fine del 1600
quando fu ornata di pizzi, quello di essere uno status simbol che
divideva l'aristocrazia dalla plebe, la quale a sua volta, spesso la
indossava come unico abito. C'era poi la camicia da notte, non sempre
portata. In epoche molto più recenti la camicia poteva indicare
l'appartenenza a un'idea politica: le camicie rosse dei Garibaldini, le
nere dei fascisti e quelle brune dei nazisti
L'importanza della camicia crebbe nell'abbigliamento maschile proprio nel periodo barocco, quando fu inventata la cravatta,
all'inizio era una semplice striscia di lino bianco che girava attorno
al collo e cadeva negligentemente sul torace. I polsi erano mezze
maniche di lino terminanti in cascate di merletti. Fino al 1900 la
camicia fu rigorosamente staccata dai polsini e dal colletto. Il collo
della camicia vera e propria era corto e verticale (pistagna, noto oggi anche come colletto alla coreana),
quel tanto che bastava per cucirvi sopra i bottoni che fermavano il
colletto. L'importanza del colletto derivava dal fatto che era rigido
alto e inamidato e, con l'avvento del costume borghese del 1800, doveva essere rigorosamente bianco e racchiuso in una cravatta dal nodo impeccabile. Lo stile era stato dettato da Lord Brummell
che riteneva la pulizia personale una distinzione del vero dandie. I
polsini, pure quelli inamidati, erano chiusi da gemelli. Per accentuare
la rigidezza della camicia, che era piuttosto lunga e poteva formare
antipatiche piegoline, si inventarono anche i davanti in celluloide, che
davano all'uomo il curioso aspetto di un pinguino. Attorno al 1860
cominciarono a comparire le prime camicie colorate, all'inizio portate
solo per gli abiti da giorno, mentre per quelli da sera il bianco
restava di rigore.
Lo sport, diffusosi dalla seconda metà del secolo, introdusse utili
novità: il colletto floscio e attaccato, la camicia sportiva portata
anche senza la giacca, in flanella, in jeans. Quest'ultima faceva parte
all'inizio di una divisa da lavoro, ma venne poi adottata dai giovani
come segno di contestazione. Durante gli anni venti fu molto di moda la
cosiddetta camicia botton down, col collo fermato da due bottoncini sul
davanti, che ormai è diventata un classico della moda. Per evitare che
le estremità del collo si arricciassero, soprattutto con la cravatta, si
usavano le apposite stecche o Tendicollo.
OPTION 2:
Boxer (biancheria
intima)
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
I boxer sono un indumento di biancheria intima
maschile, simili nella forma ai pantaloncini dei pugili (in inglese boxer), da
cui prendono il nome.
L'utilizzo dei boxer come indumento da biancheria intima si
diffuse dopo il 1925
quando Jacob
Golomb, fondatore della Everlast, ideò
dei pantaloncini sorretti da un elastico per rimpiazzare quelli sorretti da una
cinghia di cuoio utilizzati all'epoca dai pugili. Questi pantaloncini,
conosciuti come "boxer trunks", divennero subito famosi ma vennero in seguito
sorpassati in popolarità dagli slip.
Intorno al 1947 vi fu
di nuovo una certa diffusione ma gli slip riacquistarono subito terreno.
Nel 1975, un
pubblicità per boxer creò una leggenda metropolitana. Nel catalogo
autunno/inverno Sears furono mostrate le immagini in bianco e nero di due
modelli che indossavano, rispettivamente, uno slip e un
paio di boxer[1].
Nel modello che indossava i boxer sembrava visibile una parte dei suoi genitali.
Subito il caso causò scalpore. Tuttavia, i responsabili della Sears dichiararono
che si trattava di un difetto di stampa e lo stesso annuncio ricomparve a colori
in un catalogo più tardi, nel quale non erano più visibile i genitali.
Nonostante la pubblicità, Sears non ha rilasciato l'immagine a colori per
permettere al pubblico di smentire la leggenda metropolitana che restò nella
cultura popolare.
Una vera espolosione di popolarità dei boxer si ebbe negli anni ottanta
quando Nick
Kamen apparì in un famoso spot pubblicitario della Levi Strauss
indossandone un paio [2].
Negli anni
novanta ha cominciato a diffondersi un modello intermedio tra i precedenti,
aderente alla vita e alla coscia, chiamato boxer brief. Nonostante gli slip siano
venduti in maggiore quantità rispetto ai boxer, i giovani in genere preferiscono
questi ultimi soprattutto per poterli esibire creando l'effetto sagging. Restano tuttavia forti
preferenze regionali e generazionali.
Intorno al 2005 i
marchi Olaf
Benz e Manstore
hanno proposto una sorta di hot-boxer chiamato "Apropo", esso si caratterizza
per essere estremamente corto, come quasi uno slip, facendo scoprire la parte
inferiore delle natiche e mettendole in evidenza grazie ad un elastico, cucito
internamente nella parte dietro, che si insinua tra di esse.
Molte firme producono dei boxer con un grande elastico in vita recante il
nome della marca dei boxer e anche i jeans sono perlopiù a vita bassa.
Possiamo suddividere in linea di massima i boxer in due categorie: boxer shorts
e boxer briefs.
Boxer shorts
Sono i più simili agli originali boxer indossati dai pugili ideati da Jacob
Golomb. Molti boxer shorts hanno un'apertura sul davanti, che può essere
chiusa con cerniere, bottoni, fermagli oppure lasciata aperta, nel caso i due
pezzi di tessuto vadano a combaciare. Molto spesso, poiché questo tipo di
biancheria intima è piuttosto larga, viene apposta una larga parte di tessuto
sul dietro affichè siano più comodi mentre chi li indossa si muove.
I tessuti con i quali i boxer shorts sono solitamente fabbricati sono seta, spandex, cotone e poliestere. I boxer shorts
sono presenti sul mercato in molti colori e varianti per andare incontro alle
preferenze personali di ciascuno. è possibile trovarli infatti con fantasie
geometriche, con righe verticali o in tinta unita, con colori decisi oppure
tenui.
Tra i vari modelli, i più diffusi sono boxer shorts classici, la cui apertura
sul davanti è chiudibile con un bottone o una cerniera metallica. La tipologia
chiamata gripper boxer hanno un elastico in vita e solitamente tre
fermagli che consentono di aprire completamente l'apertura anteriore. I yoke
front boxer sono simili ai precedenti ma non hanno l'elastico, poiché un
cordino permette di stringere oppure allentare la vita. Tuttavia solitamente non
è possibile chiudere l'apertura sul davanti. Questo tipo di boxer fu molto
diffuso durante la seconda guerra
mondiale, quando la gomma veniva utilizzata per scopi militari.
La maggior parte dei programmi televisivi preferisce mostrare uomini in boxer
anziché altri tipi di biancheria intima, perché rappresentano il modello di
intimo più accettabile socialmente.
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